Gli adolescenti si avvicinano al mondo delle sostanze spinti dalla curiosità o dal desiderio di appartenere al gruppo dei pari. L’esperienza dello “sballo” può rimanere circoscritta ad un solo episodio, ma quando l’assunzione di una sostanza si ripete con continuità ci troviamo di fronte ad un tentativo di autocura.
Nelle situazioni di abuso prolungato non c’è la ricerca del piacere ma la necessità di abbassare la tensione, di contenere angosce profonde, di evitare emozioni inaspettate. La droga, così, diventa uno stabilizzatore degli stati d’animo, mettendoli al riparo da esperienze altrimenti intollerabili e offrendo loro la possibilità di programmare quali sensazioni provare e quando provarle. Anche se dal loro punto di vista funziona si tratta però di una pericolosa illusione.
Intervista a Federico Tonioni: Adolescenti, alcool, droga: abuso o dipendenza?